Arte e luce insieme: Fort illumina l’Oculum Angelorum

Gli angeli di Lorenzo Lotto si librano in Città Alta, a Bergamo: nel dicembre 2020 è stata inaugurata un’opera che nei mesi a seguire è stata itinerante, un progetto dell’architetto bergamasco Bruno Vaerini, esposta a Bergamo così come a Mantova nel 2021 in un progetto che ha celebrato il Mantegna.

Che cosa è l’Oculum Angelorum

Un intervento en plein air, l’Oculum Angelorum è un disco realizzato in tela intelaiata su cui è rielaborata l’immagine dei quattro angeli che, nella pala di San Bernardino di Lorenzo Lotto custodita nell’omonima chiesa in via Pignolo, sollevano nell’aria, a mo’ di baldacchino, lo smagliante drappo verde che accoglie le figure di Maria e del Bambino. Nel grande «disco» dell’artista Vaerini  – 3,5 metri di diametro -, gli angeli si rincorrono attorno a un’apertura circolare, un oculum appunto, attraverso il quale la sera un cono di luce cala sui passanti.

“Oculum Angelorum”, via Colleoni, Bergamo. Installazione del 2022, fotografia di Luca Guerini

A progettare l’illuminazione la Fort Fibre Ottiche con un sistema ottico a LED bianco naturale da 60 Watt, progettato per valorizzare l’opera così come per ricreare la luce divina che scende sui passanti con intensità ed emozione.

«Una luce di speranza»

L’opera è stata un segno di luce e di speranza, dopo la prima pandemia Covid del 2020, e più volte è stata riproposta a Bergamo, oltre a un progetto artistico a Mantova dove l’Oculum Angelorum ha sfilato con altre opere all’interno di “L’arte in cammino verso l’uomo”, corteo artistico nato per celebrare il sessantennale della prima mostra monografica su Andrea Mantegna, che ha avuto luogo a Mantova nel 1961: «Ho lavorato – sottolinea Vaerini – sul desiderio di gioia e di protezione di cui tutti noi, ma in particolare la popolazione di Bergamo, abbiamo avuto bisogno nei mesi funestati dal virus. Ho immaginato quest’opera come il simbolo della speranza condivisa e ho “chiesto in prestito” all’amato Lotto l’immagine dei suoi angeli: sono loro a dare voce al messaggio che l’anima sempre mi chiede di testimoniare». La luce appare come doppia chiave di volta: il cono che avvolge i passanti vuole essere simbolo della luce divina, la luce dal basso è un invito a intravedere oltre il visibile.


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